Estratto di Fisica Quantistica, Ovvero la seconda opportunitÃ
I colori che uso vivono in un barattolo o in un tubetto. Quando li faccio uscire per mischiarli sulla tavolozza, è un po’ come se nascessero. Questo colore viene caricato sul pennello o sulla spatola e finisce sulla tela sino a saturare lo spazio da campire. Quando il quadro sarà terminato inizierà la sua vita da quadro, verrà esposto, talvolta ammirato e acquistato, entrerà in una casa trasformandola e dandole un nuovo aspetto, insomma, i colori che prima dormivano richiusi in un barattolo avranno una vita, probabilmente eterna. I loro simili però, quelli avanzati sulla tavolozza? Loro si seccheranno e verranno gettati nella pattumiera perché non serviranno più a niente. È un po’ come avviene alle persone, alcune nella vita riescono ed altre no, a meno che non si dia loro una seconda opportunità . Ho applicato questo concetto alla pittura, utilizzando una tela come tovaglia sul tavolo dove lavoro con tavolozza e pennelli e facendo in modo, che i colori che uso per dipingere, se avanzano, vengano stesi o spatolati casualmente su di essa. Il risultato è una stratificazione o un accostamento cromatico involontario che comunque raccoglie elementi che rivelano la storia di tutti i quadri dipinti consapevolmente in quel lasso di tempo. Nel momento in cui decido che la tela è pronta a dialogare con me inizio a lavorarci su e, come in una conversazione a due, intervengo aggiungendo aggettivi, verbi e accenti in modo che diventi a tutti gli effetti un mio quadro, e quei colori morti, con una seconda opportunità appunto, avranno vita.